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 25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione

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MessaggioTitolo: 25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione   25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione EmptyVen 24 Set 2010, 10:42

News: 25 SETTEMBRE 2010 ROMA
CORTEO ANTIVIVISEZIONE
SALVIAMO I CANI DI GREN HILL


ROMA - Sabato 25 settembre 2010
CORTEO NAZIONALE CONTRO LA VIVISEZIONE
Ore 15.00 ­ Piazza della Repubblica


Per chiudere Green Hill e tutti gli allevamenti di animali destinati ai
laboratori!


Milioni di animali ogni anno vengono torturati nei laboratori di
vivisezione, sottoposti ad esperimenti crudeli, sfigurati, ingabbiati,
incatenati, legati ai tavoli operatori, avvelenati e lasciati soffrire e
morire. Questa è la ricerca medico-scientifica portata avanti dai baroni
della medicina, finanziata e avvallata dal governo. Una ricerca che
prevede lo sterminio di un milione di esseri viventi nella sola Italia,
ogni singolo anno. Giorno dopo giorno, agonia dopo agonia.


Questi esseri viventi sono prodotti su scala industriale dentro
allevamenti specializzati, cresciuti in condizioni asettiche e creati come
oggetti su cui accanirsi nella ricerca di non si sa quale soluzione ai
mali che noi stessi umani abbiamo provocato.


Green Hill di Montichiari (BS) è l’unico allevamento di cani “da
laboratorio” rimasto in Italia, uno dei più grandi d’Europa. Da
Montichiari mensilmente 250 cuccioli di beagle vengono spediti verso
l’inferno dei laboratori farmaceutici di tutta Europa, per il profitto di
una multinazionale della sofferenza che gestisce questo lager, l’americana
Marshall Farm Inc.
Si tratta a tutti gli effetti di una fabbrica, dove questi animali non
vedono la luce del sole, non toccano erba, non respirano aria naturale.
Capannoni in cui sono stipati 2500 individui in attesa di un destino
atroce.


La chiusura di un lager come Green Hill è un imperativo che ha portato
migliaia di persone a battersi in prima persona e scendere in piazza, per
dire NO alla vivisezione e NO alla tortura. Avere fermato i folli piani di
espansione di questo allevamento, che prevedevano la costruzione di altri
cinque capannoni sotterranei in cui imprigionare ulteriori 2500 cani, è
stato un primo grande successo, l’inizio di un cammino in cui molte
persone hanno finalmente scoperto di avere dentro di sé le potenzialità di
fare la differenza ed essere parte di un cambiamento. Fermare i loro
affari, smascherare chi ha legami con questo luogo di sofferenza, aprire
gli occhi sullo scottante problema della vivisezione, tenuto troppo a
lungo nascosto, sono gli attuali obiettivi della campagna “Salviamo i cani
di Green Hill”.


La lotta contro Green Hill sta assumendo sempre più importanza e valore
simbolico dal momento in cui non ci troviamo solamente noi contro di loro.
Non ci siamo infatti rinchiusi a Montichiari per una lotta ai ferri corti,
ma stiamo allargando il cerchio delle responsabilità di questa ignobile
situazione, andando sempre più in alto, laddove qualcuno si arroga il
potere di decidere delle sorti e delle vite di milioni di esseri viventi.
E proprio da queste persone vogliamo andare il 25 settembre con un corteo
che ha una valenza storica significativa.


La chiusura di Green Hill potrebbe essere decretata in un attimo se dal
Ministero della Salute avessero la decenza di far applicare a questo
allevamento le norme della Regione Lombardia previste per tutti gli altri
allevamenti di cani. La stessa Asl regionale e la stessa Regione Lombardia
hanno evidenziato una discrepanza nel caso Green Hill. Adesso l’ultima
parola spetta al Ministero. Lo stesso Ministero che ogni anno autorizza
esperimenti e decreta la morte degli animali, che autorizza sul territorio
italiano la presenza di multinazionali della sofferenza che allevano
animali per il solo e unico scopo di farli torturare a morte.


Qualcosa si smuove e il problema sta diventando tangibile anche per loro,
che stanno attendendo le nostre mosse.


Sabato 25 settembre dobbiamo essere di nuovo in tanti, tantissimi, con
l’intenzione di arrivare fino al Ministero. Manifesteremo per far sentire
la voce di chi è rinchiuso in una gabbia o in un laboratorio, per
pretendere la chiusura di Green Hill e di tutti gli allevamenti, per dire
NO alla vivisezione, per far vedere che non siamo più disposti ad
attendere oltre. Per cambiare finalmente qualcosa!


============
APPUNTAMENTO:
SABATO 25 settembre ­ Ore 15.00 ­ Piazza della Repubblica - ROMA
============


Per maggiori informazioni: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ­
roma25settembre.wordpress.com


>>Al momento sono previsti pullman da Brescia, Milano, Torino, Bologna,


Firenze, Napoli/Caserta e dalla Puglia. Altri pullman saranno confermati
a breve e i contatti visibili sui nostri siti. Se volete organizzare un
pullman dalla vostra città contattateci alla mail
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]


BRESCIA: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
MILANO: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
TORINO: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
PUGLIA: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
NAPOLI/CASERTA: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
RIMINI: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

Fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

LAV aderisce a manifestazione 25 settembre
15/09/2010
Sabato 25 settembre si terrà a Roma, la manifestazione “Per chiudere Green Hill e tutti gli allevamenti di animali destinati ai laboratori!”. Solo oggi è stato reso noto che l’iniziativa è stata lanciata dal Coordinamento “Fermare Green Hill” (Coordinamento autonomo formato da individui-attivisti e non da associazioni) che. per analoghe iniziative, nei mesi scorsi in Lombardia ha avuto l’adesione della nostra associazione.

Ora, appurato che il corteo (ore 15:00 da Piazza della Repubblica) è stato lanciato da un Coordinamento di cui ha già sottoscritto gli obiettivi, la LAV – pur essendo impegnata appena una settimana prima in una manifestazione nazionale anticaccia a Venezia, copromossa e lanciata oltre due mesi fa con le altre associazioni animaliste nazionali (e chi non potrà venire non sarà appellato come un favorevole alla caccia) – ha deciso di dare l’adesione a questa iniziativa.

Sulla recente approvazione della nuove direttiva europea sulla vivisezione, vi sono posizioni non sempre coincidenti, anche nei coordinamenti europei, e la nostra – chiara e pubblicata da oltre tre anni, ovvero dal giorno di inizio dell’iter della direttiva – non ha bisogno di interpretazioni di altri (http://www.lav.it/index.php?id=690 ).
Nessun animalista sia contro un altro animalista. I nemici sono al di fuori di noi.

La LAV ritiene che l’obiettivo di tutti sia e debba sempre essere l’abolizione della vivisezione. Non saremo contenti fino a che l’ultimo animale non uscirà dai laboratori di vivisezione e operiamo dal 1977 affinchè questo avvenga prima possibile.

Per questo ci stiamo battendo affinchè l’Italia, da subito, approvi una legge nazionale che non potrà essere scalfita dalla direttiva europea e, comunque, fra due anni, quando ci sarà da lavorare sul recepimento nazionale della direttiva in maniera più restrittiva in modo da integrare i pochi miglioramenti duramente mantenuti durante l'iter di revisione, con quelli già presenti nel Decreto italiano vigente e proporne ulteriori maggiormente restrittivi e vincolanti.

Tale recepimento durerà anni e la LAV, e ci auguriamo anche tutte le altre associazioni e i singoli attivisti in maniera unitaria, si batterà grazie anche al supporto di sostenitori e soci, sottolineando l’importanza che non venga persa questa importante occasione per far in modo che il nostro Paese non arretri nella tutela degli animali e avanzi concretamente nell'utilizzo dei metodi alternativi.

Fermiamo Green Hill e gli altri allevamenti, fermiamo la vivisezione.


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MessaggioTitolo: Re: 25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione   25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione EmptyMar 28 Set 2010, 09:41

Sabato in piazza contro la vivisezione. E il Pd che fa?
Europa
27/09/2010
Francesco Pullia
Qual è la posizione del Pd sulla sperimentazione animale e sulla vivisezione? Si è o no consapevoli della necessità di una nuova rivoluzione copernicana che prenda atto delle sciagure causate nei secoli, in termini di vite e sconquasso dell’ecosistema, dall’antropocentrismo, cioè dalla peggiore forma di razzismo secondo cui l’uomo avrebbe arrogantemente il potere di devastare a proprio uso e consumo il pianeta sterminando le altre specie? Si intende o no prendere atto di quanto gli studi scientifici più avanzati stanno confermando, e cioè che la vivisezione e la sperimentazione animale non solo sono inutili e barbare ma gravemente dannose per la stessa salute dell’uomo?

Sabato a Roma, con partenza alle 15 da piazza della Repubblica, si svolgerà una manifestazione nazionale organizzata da un ampio e articolato fronte animalista e verde non soltanto per dire no alla vivisezione e agli allevamenti, come quelli della Green Hill di Montichiari (BS), che riforniscono i laboratori di mezzo mondo di bestiole da seviziare, ma soprattutto per affermare un nuovo modo di concepire la ricerca scientifica.

È un appuntamento che richiede una scelta politica netta, perché l’oltrepassamento dello specismo e il rispetto e la tutela di tutte le specie animali non possono che essere decisioni politiche. È un’iniziativa che non può essere affatto ignorata, considerato che avverrà, infatti, all’indomani della decisione da parte del Parlamento europeo di approvare, in seconda lettura, una nuova direttiva (86/609) sulla sperimentazione animale che segna una netta inversione di marcia rispetto al passato prevedendo la possibilità di ricorrere, anche se in deroga, a gatti e cani randagi, di utilizzare specie in via d’estinzione e/o catturate in natura, di sopprimere le cavie per inalazione di anidride carbonica, di effettuare esperimenti altamente dolorosi senza anestesia.

Una direttiva approvata nel più assoluto misconoscimento di quanto dimostrato dalle principali riviste scientifiche mondiali, come Nature, ad esempio, che definiscono la pratica della vivisezione “cattiva scienza”, e che non tiene minimamente conto del programma quinquennale di tossicologia molecolare lanciato dalle maggiori agenzie di controllo Usa sulla base delle indicazioni del Nrc (protocollo d’intesa firmato al congresso annuale dell’Associazione americana per l’avanzamento delle scienze).

Il presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, del Pd, ha avuto il coraggio di farsi interprete dell’indignazione di un numero davvero considerevole di cittadini europei, di certo non tutti animalisti ma senza dubbio tutti desiderosi che la ricerca scientifica non sia espressione di sadismo nazista. Non si è perso d’animo e ha scritto agli europarlamentari firmatari e responsabili della direttiva: «La poca importanza data all’esistenza e ai diritti degli animali rispetto al progresso farmacologico – ha rimarcato – non può che essere percepita dalla società come uno scarso interesse delle autorità verso la “vita”, suscitandone lo sdegno. La cosiddetta “sperimentazione animale” o “ricerca in vivo” è un brutale rituale che non ha alcuna necessità e utilità. Il sottoporre gli animali ad avvelenamenti con sostanze chimiche, farmaci e cosmetici, a esperimenti al cervello e all’induzione di malattie di ogni genere, con la scusa di tutelare la nostra salute, è solo una pillola lenitiva per la nostra moralità. È ormai coscienza comune che la vivisezione ammazza l’animale e fa divenire cavia noi e i nostri figli. Ogni specie animale è infatti biologicamente, fisiologicamente, geneticamente e anatomicamente molto diversa dalle altre e l’estrapolazione dei dati tra una specie e l’altra è praticamente impossibile. Il progresso medico – ha continuato – non ha realmente bisogno della vita degli animali. I reali progressi della medicina si sono sempre avuti grazie a osservazioni cliniche, a studi epidemiologici e a innovazioni tecnologiche. Inoltre, oggigiorno esistono centinaia di valide metodologie alternative di cui tre già accettate nel giugno 2000 dall’Unione europea».

Ecco il punto: dodici milioni di animali non umani sacrificati all’interesse di baroni universitari, delle industrie farmaceutiche e di pseudoricercatori che proprio sulla vivisezione e sulla “cattiva scienza”, cioè sullo sterminio e sul sangue, hanno costruito il loro “prestigio” e le loro ricchezze.
Chiunque, su internet, può firmare il manifesto “La coscienza degli animali” promosso da due personalità molto diverse tra loro ma unite dalla stessa passione per la vita come il ministro Michela Vittoria Brambilla e Umberto Veronesi. Lo hanno già sottoscritto in tanti tra cui esponenti bipartisan del mondo della cultura, della scienza, del diritto, del giornalismo, dello spettacolo.

E Bersani e gli altri del Pd che dicono in merito? Scenderanno anche loro in piazza? Si interrogheranno se sia lecito continuare a tollerare autentiche eredità di Auschwitz e Treblinka come l’allevamento Green Hill dove ben 2.500 beagle, tra riproduttori e cuccioli, sono stipati in gabbie dentro a cinque capannoni chiusi, senza finestre, senza spazi all’aperto, senza aria o luce naturali? Come se non bastasse, si sa che la ditta bresciana ha intenzione di espandersi con altri capannoni, portando a ben cinquemila i cani segregati. Si consideri soltanto che uno dei laboratori rifornito da Green Hill è il famigerato Huntingdon Life Sciences che, con le sue due sedi, una in Inghilterra e un’altra negli Stati Uniti, è il più grande centro di tossicologia in Europa. Filmati ripresi di nascosto all’interno nel 1996 da una giornalista di Channel 4 hanno documentato cuccioli presi a pugni sul muso, lanciati contro i muri, fatti morire nelle gabbie, sezionati a cuore battente. Una recente investigazione del 2008, ben dodici anni dopo, ha trovato le stesse condizioni e gli stessi metodi di lavoro. Questa è la vivisezione.

Nei laboratori farmaceutici, universitari, privati e militari, gli animali procurati da Green Hill vengono sottoposti ad esperimenti di tossicologia, costretti ad inalare o ingerire sostanze fino agli spasmi e alla morte, ad operazioni dolorose e cruente, a subire fratture per lo studio fantomamtico della calcificazione ossea, costretti perfino ad esperimenti sulle disfunzioni erettili. Vengono usati, uccisi, sezionati e poi gettati via, come fossero oggetti. Può mai trattarsi di scienza o non è piuttosto una vergogna per l’umanità? Nei laboratori di vivisezione italiani vengono utilizzati e uccisi più di quattromila cani ogni anno. In tutta Europa i cani vittime di questi esperimenti sono almeno ventiduemila.

Un numero sempre maggiore di report scientifici attestano l’inaffidabilità dei “modelli” animali usati per studiare le malattie umane come la sclerosi multipla, l’ictus, l’artrite reumatoide, la malattia di Parkinson, la malattia di Alzheimer, il cancro al polmone, al cervello, all’intestino.
Al contrario, molti metodi sostitutivi, come gli studi su colture cellulari, biosensori su chip al silicio, la genomica, la proteomica, le simulazioni al computer, possono fornire risposte veloci e attendibili. Allora, ci si chiede, perché insistere sulla vivisezione e sulla sperimentazione animale? Non è difficile trovare la risposta: perché è un business.
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MessaggioTitolo: Re: 25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione   25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione EmptyMar 28 Set 2010, 09:42

Animali: in corteo a Cagliari contro vivisezione
Manifestazione promossa da associazioni animaliste

(ANSA) - CAGLIARI, 25 SET - Traffico rallentato in via Roma, a Cagliari, per una manifestazione promossa da associazioni animaliste contro la vivisezione.

Il corteo, 150 persone circa molte anche con i cani al guinzaglio, ha occupato parte della carreggiata bloccando parzialmente la circolazione. Due grandi striscioni bianchi hanno aperto la protesta con scritte contro l'uso degli animali nella ricerca scientifica: "Vivisezione e' un omicidio nel nome del profitto", "Non ho scelto di morire". (ANSA).
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MessaggioTitolo: Re: 25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione   25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione EmptyMar 28 Set 2010, 09:43

In piazza contro la vivisezione
«No» alla legge Ue per la ricerca
Lo slogan della manifestazione: «Per chiudere tutti gli allevamenti di animali destinati ai laboratori»

ROMA - Animalisti in piazza a Roma per protestare contro la direttiva sulla vivisezione approvata dal Parlamento europeo l’8 settembre scorso, che di fatto conferma la possibilità di utilizzare animali per la ricerca scientifica, ampliando la norma con la possibilità di usare a tale scopo anche i randagi. Lo slogan della manifestazione «Per chiudere Green Hill e tutti gli allevamenti di animali destinati ai laboratori» si riferisce al nome della Green Hill, azienda italiana del bresciano che alleva beagle destinati ai laboratori per la ricerca scientifica. Anche a Napoli gli attivisti sono scesi in piazza, capeggiati dagli animalisti di Adda, Associazione per i diritti degli animali.

CONTRO LA VIVISEZIONE BRAMBILLA E MARTINI - E dopo lo schieramento del ministro Brambilla a favore degli animalisti in piazza anche il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha preso posizione contro la vivisezione: «Se fossi stata a Bruxelles senza dubbio avrei votato contro la Direttiva approvata. Ribadisco il mio impegno - ha aggiunto - per la promozione di tutti i metodi alternativi alla sperimentazione con gli animali, sottolineo che l'obiettivo deve essere quello di arrivare ad escluderla».

«APPROVARE UNA LEGGE ITALIANA» - L’iniziativa è stata lanciata dal coordinamento autonomo, formato da attivisti e non da associazioni,«Fermare Green Hill». Il corteo è partito alle 15 da piazza della Repubblica e alla manifestazione aderisce anche la Lav che si batte da tempo affinchè l'Italia, da subito, approvi una legge nazionale che non potrà essere scalfita dalla direttiva europea e che, in ogni caso, fra due anni quando ci sarà da lavorare sul recepimento nazionale della direttiva, lo si faccia in maniera più restrittiva, per dare qualche speranza ai 12 milioni di animali che ogni anno muoiono nei laboratori europei. Ad esempio, introducendo a livello nazionale il divieto di ricorso a cani e gatti randagi che era già permesso dalla precedente Direttiva europea del 1986, ma vietato in Italia dalla Legge 281/91 e dal Decreto legislativo 116/92.

BLITZ ALLA GREEN HIL DI MONTICHIARI - Intorno alle 12 di sabato mattina alcuni attivisti di ’110%animalisti’ hanno compiuto un blitz alla Green Hill di Montichiari, nel bresciano, azienda che alleva cani beagle destinati alla vivisezione. Gli attivisti hanno attaccato oltre 50 locandine adesive contro la vivisezione sui muri, sulle finestre e sui cancelli dell’azienda. Poi, i militanti hanno liberato una decina di cornacchie e gazze prigioniere in una enorme gabbia posizionata all’interno di un campo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno identificato i militanti. Il tutto, mentre è in corso dalle 15 a Roma la manifestazione nazionale dei movimenti animalisti per protestare contro la direttiva sulla vivisezione approvata dal Parlamento europeo l’8 settembre scorso, che di fatto conferma la possibilità di utilizzare animali per la ricerca scientifica, ampliando anzi - secondo le accuse degli animalisti - la norma con la possibilità di usare a tale scopo anche i randagi.

Redzione online
25 settembre 2010(ultima modifica: 26 settembre 2010)

Tratto da: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
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MessaggioTitolo: Re: 25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione   25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione EmptyMar 28 Set 2010, 09:46

Vox populi: No alla vivisezione
Su GeaPress le foto di Roma, Parigi e Catania.
di redazione | 26 settembre 2010

GEAPRESS – Green Hill e le sue vittime da “sacrificare” sono state poi l’emblema di tutta la manifestazione. Hanno rappresentato l’esempio più diretto di un mondo animalista solo apparentemente fermatosi nella disfatta dell’otto settembre.

Vedremo nei prossimi mesi come questa energia saprà organizzarsi, ma intanto è chiaro che l’antivivisezionismo non è morto. Non lo è mai stato. Ognuno di noi potrà riconoscersi nei volti di tutti i partecipanti. Ieri in piazza c’era chi non ha mai smesso di indignarsi, ed ha continuato a marciare dando vita, come scrive Leonora Pagliucci nel resoconto “in diretta” del corteo, ad una manifestazione che così a Roma se ne era persa memoria.

Chiudiamo una pagina brutta facendo però tesoro dell’esperienza. Apriamone un’altra ed andiamo avanti. Potrà essere un percorso valido la legge nazionale che dovrà recepire la “nuova” Direttiva? Senz’altro. Se in Italia c’è finanche chi i randagi vorrebbe per legge bruciarli, gasarli o abbatterli a fucilate, basterebbe addirittura la modifica di una virgola nella legge sul randagismo e per loro si potrebbero rendere disponibili i lettini di contenzione dei vivisettori.

Non scordiamoci però che alle lobby del farmaco è convenuto minacciare di andarsene dall’Europa. Se l’Europa del Trattato di Lisbona ha concesso agli Stati membri, una notevole libertà legislativa, rischiamo che gli stabulari della vivisezione si trasferiscano in paesi dell’Unione dove, notoriamente, con gli animali qualche problema, più che da noi, esiste.

Si deve ripartire dall’Europa. Si deve ripartire determinati, cocciuti nella legalità. Occorrono discorsi schietti e dirompenti e tanto per non concedere facili argomenti a chi distrugge tutto in politica, citiamo ad esempio due voci di opposte sponde. Il Ministro Michela Brambilla, che dice a tutti che la vivisezione (come la caccia, i circhi e via discorrendo) è crudele e l’On.le Sonia Alfano la cui intervista schock rilasciata a GeaPress (vedi articolo) nessuno è riuscito ancora in un sol punto a smentire. Sarà la petizione da un milione di firme come suggerisce l’On.le Alfano? Si vedrà anche questo. Ripartiamo da quello che abbiamo. Ieri, intanto, è successa una cosa che c’eravamo veramente scordati di vedere.

Resoconto dal Corteo:

E’ stato un successo, nelle parole degli organizzatori e di molti tra le migliaia di persone giunte a Roma ieri pomeriggio, il corteo lanciato per chiedere la chiusura dell’allevamento di beagle Green Hill e diventato a tutti gli effetti un no corale alla sperimentazione animale e alla nuova Direttiva europea che ne ribadisce la centralità per la ricerca scientifica.

15.000 i partecipanti secondo alcune delle associazioni presenti, circa 5.000 secondo la Questura: quel che è certo è che una manifestazione animalista di queste dimensioni le piazze di Roma non se la ricordavano proprio.

Non solo a Roma, per altro. A Parigi (vedi foto a fianco) la Coalition Anti Vivisection ha marciato fin sotto la Facoltà di Medicina, dirigendosi poi verso il Parlamento francese.

Molte manifestazioni anche in altre città italiane. A Catania (vedi foto in basso) un migliaio di volontari hanno formato il corteo che dalle 19.00 ha iniziato ad attraversare il centro cittadino.

I riflettori accesi sulla direttiva, e la facilità con cui le notizie circolano in internet fuori dai canali di informazione ufficiale, hanno fatto sì che oltre a un buon numero di attivisti impegnati nella campagna contro l’unico allevamento che in Italia vende cani per la sperimentazione, tantissime persone siano scese in piazza perché venute a conoscenza della realtà della sperimentazione animale solo in seguito al voto europeo e si siano sentite per questo in dovere di esprimere il proprio sdegno e la propria contrarietà.

Ma ciò che più colpisce è la chiarezza con cui i manifestanti hanno contestato la vivisezione nella sua validità scientifica: con decine di slogan e di cartelli si sono reclamati metodi sostitutivi e denunciate le ragioni esclusivamente economiche che ancora sostengono il ricorso agli animali nella ricerca.

C’è chi, come Pierpaolo R., di Roma, intervistato da Leonora Pigliucci di Geapress, ha puntato il dito contro l’avallo culturale che permette alle lobby farmaceutiche di imporre le proprie condizioni in barba a tutte le motivazioni etiche e ha tirato in ballo l’ “assordante silenzio” del Vaticano, che con una sola parola in difesa delle martoriate vittime del business della vivisezione potrebbe rimetterne in discussione le sorti.

Non sono mancati nemmeno rappresentanti del mondo accademico, come Francesca R., ricercatrice in bioetica di un’importante università privata, che ha lamentato il fatto che negli stessi comitati etici delle università i diritti degli animali non siano considerati tema rilevante e che questi istituti non si occupino nemmeno di fornire adeguata informazione agli studenti sul loro diritto all’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale.

Tra i manifestanti a Roma era presente anche l’organizzatore del contemporaneo corteo parigino, Adrien Evangelista della Coalition Anti Vivisection: in Francia i partecipanti al corteo sono stati molti di meno che a Roma – ha spiegato, poiché sul tema della vivisezione nel nostro Paese esiste pochissima informazione. Da ora in avanti però dovremo coordinare le proteste tutti insieme e muoverci a livello europeo visto che le sorti dei nostri animali sono unite da questa pessima direttiva. Una norma che arriva ad offendere la dignità delle persone malate e degli animali usati nei laboratori tanto da non porre come obbligatorie metodologie moderne e efficacissime come la bioinformatica (che usa tessuti umani e modelli computeristici) che dà risposte veloci e univoche, in favore della vivisezione che di fatto blocca il progresso della scienza.

Un inganno che, ha urlato la piazza, non può durare ancora a lungo.

(GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).

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MessaggioTitolo: Re: 25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione   25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione EmptyMar 28 Set 2010, 09:49

Manifestazione no vivisezione: la carica dei 10 mila

Sabato 25 settembre 2010 data miliare nel mondo animalista: a Roma il corteo più numeroso in assoluto in Italia, altre manifestazioni spontanee nel resto del Paese e nella capitale francese

di Marco Di Cosmo

Sia per gli organizzatori, che per i partecipanti si tratta di una giornata indimenticabile per molti motivi. Per la prima volta in Italia si concentra un così alto numero di amanti e difensori degli animali tutti insieme. Erano presenti oltre 10 mila persone. I cortei organizzati in contemporanea in altre città italiane come Catania e Cagliari e il corteo collegato nella città di Parigi, dimostrano che la Direttiva 86/609/CEE sulla vivisezione non solo ha indignato ma ha consentito di ridare nuovo slancio alla lotta animalista e antispecista. Il corteo è stato organizzato da un gruppo di individualità proprio per rimarcare che non si tratta di argomenti di competenza di un’associazione in particolare, ma è un sentire comune che dovrebbe coinvolgere tutti coloro ritengano la vita un diritto fondamentale degno di tutti gli esseri viventi umani e non umani.

Leitmotiv è stato ancora una volta Green Hill, l’allevamento di beagles di Montichiari, piccolo centro in provincia di Brescia, che ospita uno dei più grossi centri in Europa di rivendita di beagles destinati ad uso e consumo dei principali laboratori di vivisezione del continente. La campagna iniziata la scorsa primavera ha già centrato alcuni obiettivi importanti, come l’annullamento dell’ampliamento della struttura che avrebbe consentito di detenere dagli attuali 2500 beagles a 5000; il diniego da parte dell’aeroporto di Montichiari di trasportare cani provenienti dall’allevamento, e di smascherare le attività della multinazionale Marshall farm inc. che nel paese bresciano risultava un normalissimo allevamento di cani, tenendo all’oscuro i cittadini della reale destinazione degli stessi.

La lotta alla vivisezione può dunque nutrirsi di nuova energia, come spiega uno degli organizzatori: “Siamo molto soddisfatti della giornata di sabato, era rappresentata buona parte della società civile, ciò dimostra che la consapevolezza che la vivisezione non solo è un male inutile per la ricerca scientifica, ma è una chiara forma di tortura e violenza gratuita è trasversale e coinvolge tutti. Questo risultato ci consente di continuare a lottare affinchè Green Hill e tutte le strutture che si macchiano di vivisezione possano una dopo l’altra cadere ed essere chiuse definitivamente”.

Ancora una volta internet, e i social network, hanno consentito di ampliare notevolmente il richiamo all’evento e di offrire informazioni importanti, non solo sul quando ma anche sul perché fosse importante scendere in piazza. E adesso è iniziato il tam tam di feedback, con foto e video dell’evento.

Gli animali purtroppo non possono dormire sonni tranquilli, uomini e donne spietati continueranno a torturarli, vivisezionarli, nel nome di una pseudoscienza, ma soprattutto per i finanziamenti collegati a ricerche che soddisfano più esigenze di bilancio che soluzioni ai mali dell’umanità. Tuttavia sabato scorso, una fiumana di gente ha inondato Roma, sfilando con cartelloni, striscioni colorati, immagini macabre, al suon di fischietti e slogan urlati col megafono, per ricordare che il primo passo per combattere la vivisezione è informare.

Rinviata invece a data da destinarsi la manifestazione di domenica 26 settembre a Cividale del Friuli contro Harlan, azienda coinvolta nella vivisezione con decine di allevamenti dislocati in diversi stati, di cui alcuni in Italia in provincia di Udine e Milano.

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MessaggioTitolo: Re: 25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione   25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione EmptyMar 28 Set 2010, 09:50

LA CAMPAGNA PER LA DIFESA DEGLI ANIMALI
«No alla vivisezione», la Puglia in piazza
A Roma protesta per gli abusi sui randagi
Centinaia di baresi presenti alla manifestazione contro l’Ue che ha introdotto gli esperimenti su gatti e cani

BARI - Un fiume di persone a Roma per manifestare contro la vivisezione. Migliaia le presenze, accorse da tutta l’Italia e non solo. Tra le delegazioni più corpose spicca quella della Puglia che sabato ha invaso le vie della capitale.

L’INIZIATIVA - La manifestazione rappresentava una tappa della campagna «Salviamo i cani di Green Hill», promossa da un gruppo di attivisti antispecisti mobilitatisi già in altre occasioni contro l'ampliamento dell'allevamento di Green Hill, sito a Montichiari (Lazio), dal quale migliaia di cani Beagle vengono distribuiti in tutta Europa nei centri dove si pratica la vivisezione e altri tipi di esperimenti crudeli sugli animali. L'importanza dell'evento è esponenzialmente cresciuta in seguito alla votazione avvenuta l'8 settembre scorso al Parlamento Europeo: numerosi europarlamentari, gran parte dei quali italiani appartenenti a tutte le ideologie politiche presenti nella commissione, hanno votato a favore di una direttiva che peggiora le condizioni degli animali destinati all'industria vivisettrice, introducendo nella lista degli animali «torturabili» cani e gatti randagi e imponendo agli stati membri dell’Unione Europea di adeguarvisi entro due anni.

I PARTECIPANTI - È l’aforisma di Leonardo Da Vinci col quale la Rapid Dog Rescue di Bari ha rappresentato l’indignazione degli animalisti baresi, frase scritta sullo striscione col quale gli attivisti hanno manifestato. «Questa è la frase che abbiamo voluto portare al corteo di Roma - dice Daniela De Nicolò, portavoce della delegazione barese della Rapid Dog Rescue -, un corteo animato non da fondamenti politici, ma un corteo per far capire al popolo che non sà ed ai politici che sanno, ma non vedono,che la vita và rispettata in tutte le sue forme ed in tutti i suoi aspetti». Ma non c’erano solo loro a rappresentare la regione Puglia: grande impegno è stato manifestato dal gruppo di attivisti antispecisti VegAnimalisti presente nel Salento con numerose iniziative incentrate sull’animalismo. Loro sono stati contattati dal coordinamento centrale della campagna «Salviamo i cani di Green Hill» per occuparsi dell’organizzazione di pullman diretti verso la capitale per convogliarvi chiunque abbia voluto partecipare al corteo. Grazie all’iniziativa, il risultato raggiunto è stato quello di riempire ben due pullman da cinquantaquattro posti che, partendo uno da Lecce e l’altro da Taranto, si sono raccordati a Bari raccogliendo la maggior parte dei manifestanti, di ogni fascia d’età del capoluogo per andare tutti insieme a Roma. Hanno aderito all'iniziativa anche altre realtà associative più piccole, da quelle più importanti, tra le altre l'Oipa e Legalo al Cuore, a quelle più piccole. Tuttavia, c'è stata una precisa richiesta da parte degli organizzatori di non portare simboli associativi, ma di essere presenti lì come singoli individui che si oppongono all’industria vivisettrice dimostrando che il problema della vivisezione è molto sentito dall’opinione pubblica.

Laura Migliaccio

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MessaggioTitolo: Re: 25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione   25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione EmptyMar 28 Set 2010, 10:15

Corteo per le vie della capitale. La Lav chiede all'italia norme più restrittive
Animalisti in piazza contro la vivisezione
Anche la Brambilla dà il suo sostegno
Il ministro si schiera contro l'utilizzo di animali da laboratorio: nessuno scopo giustifica metodi indegni

ROMA - «Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni»: Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo, fa suo quanto disse Albert Einstein a proposito della vivisezione, esprimendo «vicinanza e condivisione a tutti gli amici degli animali che domani sfileranno per le vie di Roma contro la vivisezione». Per il ministro «non è più accettabile che moltissimi animali ogni anno vengano crudelmente torturati e sottoposti ad esperimenti feroci fino a perdere ingiustamente la vita, per scopi che nulla hanno a che fare con il progresso scientifico che pur tutti vogliamo perseguire». Perciò «questo orrore deve scomparire come deve essere incentivata la ricerca e lo sviluppo di metodi alternativi alla sperimentazione animale».

«COSCIENZA TRASVERSALE» - Come spiega il ministro, «ferisce in particolar modo che proprio nel nostro paese, a Montichiari di Brescia, vi sia l'unico allevamento di «cani da laboratorio» rimasto in Italia, uno dei più grandi d'Europa, che spedisce verso l'orrore della vivisezione diverse centinaia di indifesi beagle ogni anno». Per questa ragione, «confermo la mia adesione alle richieste degli animalisti in corteo in merito alla 'Green Hill'», dice Brambilla, per la quale, però, «finalmente nel nostro paese si sta affermando una nuova cultura di amore e rispetto degli animali e dei loro diritti, una coscienza trasversale, che unisce la maggioranza dei cittadini, e che non può e non deve avere colore politico, proprio perchè rappresenta una grande battaglia di civiltà».

LO SCONTRO IN CASA PDL - La manifestazione di sabato è stata indetta per protestare contro la direttiva sulla vivisezione approvata dal Parlamento europeo l’8 settembre scorso, che di fatto conferma la possibilità di utilizzare animali per la ricerca scientifica, ampliando anzi - secondo le accuse degli animalisti - la norma con la possibilità di usare a tale scopo anche i randagi. Non è la prima volta che il ministro Brambilla prende posizione contro la vivisezione e anche per questo nei giorni scorsi gli eurodeputati del Pdl che avevano votato la direttiva si sono lamentati direttamente con il capo del partito, Silvio Berlusconi, chiedendogli di intervenire affinché il ministro interrompa le esternazioni che esulano dalla tematica del turismo.

IL CASO GREEN HILL - Lo slogan della manifestazione «Per chiudere Green Hill e tutti gli allevamenti di animali destinati ai laboratori» si riferisce al nome della Green Hill, azienda italiana del bresciano che alleva beagle destinati ai laboratori per la ricerca scientifica. L’iniziativa è stata lanciata dal coordinamento autonomo, formato da attivisti e non da associazioni,"Fermare Green Hill". La partenza del corteo è prevista alle 15 da piazza della Repubblica. Alla manifestazione aderisce anche la Lav che si batte da tempo affinchè l'Italia, da subito, approvi una legge nazionale che non potrà essere scalfita dalla direttiva europea e che, in ogni caso, fra due anni quando ci sarà da lavorare sul recepimento nazionale della direttiva, lo si faccia in maniera più restrittiva, per dare qualche speranza ai 12 milioni di animali che ogni anno muoiono nei laboratori europei. Ad esempio, introducendo a livello nazionale il divieto di ricorso a cani e gatti randagi che era già permesso dalla precedente Direttiva europea del 1986, ma vietato in Italia dalla Legge 281/91 e dal Decreto legislativo 116/92.

Redazione online
24 settembre 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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MessaggioTitolo: Re: 25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione   25/09/2010 Manifestazione a Roma contro direttiva UE sulla vivisezione EmptyMer 29 Set 2010, 08:50

In diecimila a Roma contro la vivisezione
Scritto da Fortunata Grillo
Martedì 28 Settembre 2010 11:46

Roma. Venticinque settembre 2010, si è svolta la manifestazione nazionale per dire No all’ abominevole esercizio della vivisezione sugli animali. L’Urbe era piena di gente, in mano cartelloni con caratteri cubitali e immagini che ritraevano animali vivisezionati.
Una manifestazione nata in risposta all’approvazione della vergognosa Direttiva pro vivisezione dello scorso 8 settembre 2010 da parte del Parlamento Europeo.

C’era molta gente arrivata da fuori e piena di quel furor cha nasce da una totale non accettazione di una pratica che fa l’interesse delle multinazionali farmaceutiche o dei gruppi che producono articoli per la cosmetica, d’igiene personale e per la pulizia della casa. Prima di comprare un prodotto, guardare se è stato testato sugli animali dovrebbe diventare un imperativo categorico dei consumatori.

Circa 10.000 mila persone si sono radunate in Piazza della Repubblica, pronte con fischietti, megafoni e urla a farsi sentire invadendo pacificamente la capitale e urlando la propria rabbia davanti ad una pratica così violenta e brutale, incomprensibile che non dovrebbe appartenere ai nostri valori morali.

La vivisezione e la difesa degli animali dovrebbe essere arrivata ad una maturazione sufficiente per poter essere dibattuta con decisione, fino a far rimanere questa feroce pratica solo un ricordo disumano, come lo è quello dello sterminio degli ebrei nei campi di concentramento, paragone forte ma chiarificatore.

Si è visto un fiume di gente, giovani, anziani, mamme con i passeggini, ragazzi imbrattati di sangue finto, catene dove l’emozione era a fior di pelle e si respirava una solidarietà immensa. Turisti che scoppiavano in lacrime a vedere quelle immagini sui cartelloni; molta gente non sa nulla della vivisezione - e che si univano al corteo, gente che dai balconi applaudiva al passaggio.

Calogero e Pina sono una coppia di Siracusa in viaggio di nozze: “Ci siamo aggregati con tutto il cuore a questa manifestazione. E’ proprio giunto il momento di fare qualcosa di concreto per fermare questo scempio”. Deborah fa invece la biologa ed è di Roma: “Mi sono rifiutata, durante il periodo universitario, di sperimentare sugli animali”. Il signor Ottavio, pensionato, ha partecipato al corteo insieme al suo cane preso da poco da un canile: “é D’obbligo dare oggi un segno di solidarietà concreto a quelli che dovremmo considerare dei veri e propri nostri amici”.
Una battuta la cogliamo al volo anche da Paul: “I love animals”.

Ma la tv di stato, le testate che contano, dove erano ieri? Dov’erano quei volti che vediamo sulla tv generalista tutte le sere? Non c’erano!
Piazza del Popolo era gremita di gente e nessuna tv c’era…
stavano aspettando tutti la risposta di Fini!

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